La Porta Alchemica

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Forse non tutti sanno che proprio nel cuore di Roma, in uno dei quartieri più caratteristici, nei giardini di piazza Vittorio Emanuele, pur essendo davanti agli occhi di tutti, si nasconde una porta magica. È un piccolo portale murato, contornato da uno stipite di pietra bianca dove si vedono ancora oggi gli antichi simboli alchemici. La porta è affiancata da due statue, che rappresentano una divinità egizia chiamata Bes, aggiunte successivamente. In alto, c’è un disegno con due triangoli sovrapposti che vanno a formare una stella di Davide unita a ulteriori simboli. Compaiono anche alcune iscrizioni: una in ebraico, e due in latino. La leggenda narra che un pellegrino fu ospitato per una notte nei giardini della villa, ma scomparve la mattina dopo, lasciando una pergamena con disegni magici, formule enigmatiche, e una scia di pagliuzze dorate. Il marchese decise di incidere quei misteriosi segni su ognuno dei cinque ingressi della villa, e l’unico ingresso superstite è proprio la Porta Alchemica. È frequentando la regina Cristina di Svezia che crebbe in lui l’interesse per le arti alchemiche, e ben presto la dimora regale divenne un crocevia di astronomi, alchimisti e nobili di tutta Europa. La Porta Alchemica rappresenta la sintesi di tutti i principi dell’alchimia, astrologia, geologia, chimica, fisica e quant’altro potesse segnare il percorso fino alla pietra filosofale.